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Inaugurazione del Sistema di VIDEOSORVEGLIANZA cittadina - 2010

Martedì 9 Marzo 2010, presso la Sala Consigliare del Comune di ORIA, è stato inaugurato dal Sindaco COSIMO FERRETTI il nuovo Sistema di Videosorveglianza cittadina. Presenti le massime autorità civili e militari della Provincia di Brindisi, Il Prefetto di BRINDISI Dr. DOMENICO CUTTAIA, il Procuratore Capo della Repubblica di Brindisi Dr. MARCO DINAPOLI, il Presidente della Provincia MASSIMO FERRARESE, e i comandanti Provinciali delle forze dell’ ordine.
Il sistema utilizzato per la videosorveglianza è innovativo sotto l’aspetto tecnico, in quanto il collegamento tra le 54 telecamere installate e la sala operativa, avviene esclusivamente in WIRELESS (via radio). Delle 54 telecamere, 22 sono del tipo “DOME” che permettono di poter effettuare in modo remoto (dalla sala operativa), numerose operazioni sull’immagine ripresa, quali ad esempio lo ZOOM (ingrandimento) su un punto ben preciso, rotazione a 360° del campo visivo, permettendo così un controllo completo e  dettagliato della zona interessata. La maggior parte delle telecamere sono state installate in “zone sensibili”, quali principali monumenti, piazze e strade d’accesso alla città (di seguito elencati), registrando il tutto 24 ore su 24. Tutto il sistema può interconnettersi con le sale operative delle forze Dell’Ordine in caso di necessità.
Punto centrale dei vari interventi è stata la TUTELA DEI DATI PERSONALI nell’utilizzo di questo sistema, in cui il Professore Avvocato VITO INGLETTI (docente di Diritto di polizia e dei servizi di pubblica sicurezza presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e Accademia della Guardia di Finanza di Roma) ha ben esposto tutti i vari aspetti legali nella tutela della privacy del cittadino “ripreso” dalle telecamere.
Nel video, una sintesi degli interventi delle autorità, e la presentazione tecnica curata dal responsabile del progetto.

videosorveglianza_2010  
Per maggiori informazioni legali sul sistema di Videosorveglianza di ORIA, clicca QUI’

  • Cimitero Nuovo (2 PTZ);
  • Cimitero Vecchio (2 PTZ);
  • Municipio (1 PTZ + 6 fisse);
  • Piazza Manfredi (1 PTZ);
  • Piazza Lorch (1 PTZ);
  • Cattedrale e musei (1  PTZ + 2 fisse);
  • Palazzo Martini (3 fisse);
  • Piazza Lama (2  PTZ);
  • Piazza Donnolo (1  PTZ);
  • Sede Giudice di pace (2 fisse);
  • Villa Comunale (2  PTZ);
  • Palazzetto dello Sport (1  PTZ + 2 fisse);
  • Mattatoio Comunale (via Torre) (2 fisse);
  • Mercato Ortofrutticolo (contrada BELLOLUOGO) (1  PTZ + 3 fisse);
  • Campo Sportivo (viale Grande Europa) (2 PTZ);
  • Zona PIP (viale Grande Europa) (2  PTZ);
  • Scuola Errico Fermi (via Erotodo) (2 fisse);
  • Scuola Francesco Milizia (via G. D’ORIA) (2 fisse);
  • Scuola De Amicis (via Renato Lombardi) (2 fisse);
  • Scuola Camillo Monaco (2 fisse);
  • Parco Montalbano (2  PTZ + 2 fisse);
  • Ex Ospedale Martini (2 fisse);

Benedizione delle Nuove Campane per la Chiesa di SAN FRANCESCO di PAOLA - 2010

Domenica 28 Febbraio 2010 presso la Nuova Chiesa di SAN FRANCESCO di PAOLA, durante la celebrazione della SS. Messa presieduta dal Vescovo Mons. Pietro Maria Fragnelli (Vescovo di Castellaneta) assieme al Parroco Don TOMMASO PRISCIANO, si è svolto il rito di Benedizione delle nuove 3 Campane che verranno issate sul campanile della chiesa. Le 3 Campane sono state acquistate grazie al grande impegno economico di molti fedeli della Parrocchia e di molti commercianti Oritani. Durante la Benedizione (come prevede il rito) un “PADRINO” ha tenuto a battesimo la campana con 3 Rintocchi. I Tre Padrini scelti dal Parroco Don TOMMASO PRISCIANO erano:
- Per la campana dedicata a SAN BARSANOFIO:
 
VINCENZO CARROZZO - Presidente della CASSA RURALE e ARTIGIANA di ERCHIE.
- Per la campana dedicata ai Commercianti e Benefattori Oritani:
 
PAOLA BALDASSARRE Assessore Pubblica Istruzione e Beni Culturali alla provincia di BRINDISI.
- Per la Campana dedicata alla Confraternita di Santa LUCIA:
 
COSIMO FERRETTI Sindaco di ORIA.
Nel Video le immagini della Cerimonia e di seguito alcune foto delle 3 Campane.

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Foto delle 3 Campane e del loro arrivo in Parrocchia
(clicca su una foto per attivare la fotogallery – clicca su NEXT o PREVIOUS per avanzare – CLOSE per uscire)

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Inaugurazione Nuova Chiesa dedicata a SAN BARSANOFIO

Sabato 12 Settembre 2009, si è svolta la Cerimonia di “Inaugurazione del Nuovo Complesso Parrocchiale di SAN FRANCESCO di PAOLA” e la “Consacrazione della Nuova Chiesa dedicata a SAN BARSANOFIO”, Patrono della città di ORIA e dell’intera Diocesi Oritana. La Nuova chiesa, ubicata in Via CADORNA, è stata Ufficialmente Consacrata dall’Arcivescovo della Diocesi Mons. MICHELE CASTORO in una suggestiva cerimonia, dal “bussare” Tre volte alla portone della Chiesa, alla posa delle Sacre Reliquie all’interno dell’Altare. Progettata dall’Architetto Oritano RICCARDO RAMPINO nel 1998, incarico ricevuto dal Vescovo di allora, Mons. ARMANDO FRANCO, i lavori di costruzione iniziano l’8 Agosto 2002. L’intera struttura è costata quasi 3.000.000 di Euro, gran parte del finanziamento è venuto dalla Diocesi di ORIA, dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e dall’8 per mille donato nelle dichiarazioni dei Redditi. Il video raccoglie quasi integralmente l’intera Cerimonia della Consacrazione.

N.B. – Nel caso si abbiano problemi nel visionare il video dovuto alla durata dello stesso, con connessioni ADSL inferiori a 2 Mega, si consiglia di cliccare su logo sottostante per attivare il video, e non appena inizia, cliccare sul pulsante “PAUSE” che compare sul video, ed attendere che la “LINEA GRIGIA” arrivi fino al termine, ed a questo punto cliccare sul simbolo di “PAUSE” per far ripartire il video.

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CENNI PROGETTUALI della Chiesa a cura dell’Architetto RICCARDO RAMPINO:

Posiziona e muovi il cursore del mouse sull’icona a sinistra e clicca quando compare la scrittaVIEW IN FULLSCREEN”.

Concorso MISS GIUDEA 2009

Lunedì 20 luglio 2009, in Via Francesco Milizia, nel quartiere Ebraico della città, si è svolta la edizione del concorso “MISS GIUDEA 2009” per eleggere la DAMA e 6 Damigelle di corte del RIONE GIUDEA che sfileranno nel CORTEO STORICO di FEDERICO II, in programma l’8 e 9 Agosto prossimo. Ad eleggere le 6 ragazze, una giuria composta dal Capitano del Rione Giudea Giovanni Lomartire, la speaker radiofonica Ilia D’Arpa, il Sindaco Cosimo Ferretti, la giornalista Gianrosita Fantini, l’assessore e presidente dell’Accademia del Peperoncino Michele D’addario, il vice Sindaco e collaboratore del rione Giovanni Guida, il costumista della Pro-Loco di Oria Lucio Epifani. Ha presentato la manifestazione Elisa Schiavone. E’ stata eletta DAMA del RIONE GIUDEA, PAOLA SAMMARCO. Di seguito i nomi delle ragazze che hanno partecipato.

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Hanno partecipato (in ordine alfabetico):

Ancora Valeria (studentessa)

Caragli Anna (studentessa)

Carbone Giusy (studentessa)

Conte Antonella (diplomata)

Dalessano Ilaria (studentessa)

De Nitto Teresa (studentessa)

Di monopoli Marzia (studentessa)

Fano Alessandra (educatrice nido)

Gioia Giusy (studentessa)

Lamarmora Valentina (studentessa)

Manisco Marina (studentessa)

Mazza Valentina (studentessa)

Oggiano Ilaria (studentessa)

Pasulo Maria Concetta (studentessa)

Piceno Ilaria (studentessa)

Re Eliana (impiegata)

Re Serena (estetista)

Ribezzo Pamela (studentessa)

Sammarco Paola (studentessa)

Schiavone Ester (studentessa)

Schirinzi Giada (studentessa originaria di Oria, residente a Manduria TA)

Semeraro Claudia (studentessa)

Villani Marina (studentessa)


Riapertura Palazzo SEDILE di ORIA

Sabato 18 Luglio 2009, è stato riaperto al pubblico dopo i lavori di restauro durati alcuni mesi, il Palazzo “SEDILE”, in Piazza Manfredi. Alla Cerimonia di riapertura ha partecipato, oltre al Sindaco Cosimo Ferretti, Don Barsanofio Vecchio, dando la “benedizione” al Palazzo, e il Prof. Pino Malva che ha ricostruito, grazie a reperti e testimonianze storiche rinvenute durante i lavori di restauro, la storia del Palazzo SEDILE.

Riapertura Sedile


Inaugurazione MONUMENTO CADUTI sul LAVORO

Video della Inaugurazione del Monumento Alle Vittime sul Lavoro realizzato da ANTONIO CARAGLI, voluto dalla Famiglia Penta, in memoria di ARMANDO PENTA e di tutte le altre vittime sul Lavoro, venuto a mancare dopo un tragico infortunio sul lavoro il 13 Dicembre 2007, in un cantiere edile a Pisticci (MT)

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Chi è ANTONIO CARAGLI:
caragli Antonio Caragli, nasce a Oria (Br) il 25 novembre 1968, dove vive ed opera.
Si avvicina alla scultura studiando i grandi del '500 e del '900 italiano. L'uomo e soprattutto lo scultore che con pazienza infinita, si prodiga a dirozzare i diversi materiali, (legno, pietra, argilla, gesso, ferro e bronzo) elevandolo ad opere d'arte facendo emergere alla ratio del suo discorso plastico, l'uomo e il suo vissuto.
Forte di un'autonomia intellettuale già raggiunta, è considerato tra i più significativi artisti di ultima generazione. E presente da oltre quindici anni nel panorama artistico, partecipando a mostre e ad eventi nazionali, riscuotendo notevole successo di pubblico e critica. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, molte delle quali rivolte al sacro.

(fonte: www.arpa-oria.com)

Quando l'arte nasce dalla sofferenza

(di Vincenzo Sparviero)
Un viaggio onirico, alla ricerca di un equilibrio spesso irraggiungibile e al tempo stesso agognato: impossibile, ma quasi a portata di mano.
La prima opera monumentale di Antonio Caragli nasce da un dramma intimo che coinvolge quasi per caso l'Artista, ma che finisce per trasformarlo nell'ideale interprete di quello che può essere certamente definito un dolore universale.
L'idea centrale è quella del "Lavoro", condizione necessaria per raggiungere qualunque obiettivo professionale ma anche umano. Un «lavoro» che perfino nella tragedia diventa l'esaltazione di uno stato d'animo.
Un'incudine e un martello, metafore dal suono metallico di una vita faticosa e dura che si snoda intorno ad un percorso irto di insidie, ma mai sterile di soddisfazioni e gioie. Attrezzi di un mestiere che può perfino portare alla morte, ma che paradossalmente significano vita. Tra i due elementi, in primo piano, qualcosa di più di una figura umana. In un volto che sembra emergere da una radicata cultura che ha origini antiche c'è la storia millenaria dell'Uomo, che resta ancorato alle sue radici più profonde e che cerca costantemente una nuova verità: anche quando questa si scopre matrigna, più che materna.
Nell'opera di Caragli ci sono i classici, sia pure fusi con una modernità impressionante per il crudo realismo che trasuda da ogni parte del suo lavoro. Bisogna osservare la scultura in ogni suo dettaglio per capire esattamente cosa si celi dietro ogni particolare, anche quello che appare trascurabile.
Lo scarpone di lavoro («conquista» di tante battaglie nel nome di una sicurezza mai garantita) si contrappone al piede nudo e la dice lunga sull'inevitabile dicotomia della vita: sempre orientata verso il bene, ma che è costretta a convivere con le insidie del male. Una vita che si divide costantemente per poi provare a ritrovarsi. Ma in quella diversità scorre anche il tempo, che tutto trasforma senza nulla cambiare.
Quella figura che sembra poggiare sull'incudine è un simbolo che non può lasciare indifferenti, a cominciare dalla posizione. Il suo protendersi in avanti, restando in qualche modo ancorato alle radici, è il segno di una volontà di cambiamento che resta nei sogni più che sconfinare nella realtà. Sogni che appartengono a tutti e che rendono la vita meno difficile, solo quando sono sostenuti dalla speranza di una metamorfosi che pure qualche volta è possibile. Sogni che, talvolta, si interrompono all'improvviso e contro la nostra volontà lasciando un vuoto angosciante nel quale è facile smarrirsi.
Come sembra smarrirsi lo sguardo attonito ma deciso - di chi ha in mano i ferri del mestiere come l'antico gladiatore impugnava la spada. Caragli, con la sua opera, riesce a cogliere una speranza. È tutta nella perfezione di una sfera che è al centro del (suo) mondo, attorno alla quale ruota un universo pronto a vivere di luce propria anche quando tutto intorno è avvolto dalle tenebre. In quella sfera si manifesta un equilibrio interiore basato su esperienze fondanti e assolutamente necessarie nel nostro mondo, in cui non esiste più tradizione e siamo soggetti a continui cambiamenti che non sempre riusciamo a controllare.
Tutto intorno, le mani dell'Artista plasmano la figura umana quasi con sofferenza, facendo emergere particolari che la rendono viva: quasi come si muovesse in un mondo tutto suo, ma che appartiene a tutti. Un'opera d'arte che - nella sua crudezza -ha qualcosa di spirituale che Caragli trasmette partendo da una tragedia per arrivare a una speranza.


 

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